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A caccia di meteoriti

Michele Stefano De Rossi, eclettico uomo di scienza dell’Ottocento italiano, viene ricordato nella nostra regione soprattutto per essere stato un pioniere nelle scienze preistoriche e nell’analisi dei reperti archeologici rinvenuti nel territorio dei Castelli Romani. Meno nota è la sua attività di “cacciatore di meteoriti”, che svolse con particolare impegno e precisione specialmente nel 1872, in occasione di un evento accaduto quell’anno. Alle 5:15 circa del mattino del 31 agosto 1872, giornata estiva tersa e con leggero vento da nord, temperatura di 18 gradi, gran parte della regione laziale fu infatti squassata da una serie di boati assordanti e nel cielo si produssero delle intense scie luminose rosse e violacee. Nelle ore immediatamente successive al fenomeno, Michele Stefano De Rossi si mise a raccogliere testimonianze e reperti sull’accaduto, riuscendo in breve a definire il fenomeno come la caduta del meteorite, di cui fu in grado di delineare le dimensioni, la traiettoria, il destino ultimo. È grazie alla sua opera investigativa se oggi si conservano ancora dei frammenti di quel sasso spaziale, che si trovano a Roma nel Museo di Mineralogia della Sapienza e a Castelgandolfo presso la Specola Vaticana.

Un’intrigante ricostruzione del lavoro di De Rossi del 1872 viene descritta da Flavio Altamura nel numero 3-2020 di Castelli Romani, che contiene numerosi altri articoli di grande interesse.

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