Un palazzo storico che ospita, su diecimila metri quadri di superficie distribuiti su tre piani, innumerevoli opere d’arte di eccezionale importanza e bellezza; e 28 ettari di parco dal fascino naturalistico unico, pur all’interno di un’estesa area verde che abbraccia vari Comuni dei Castelli Romani. In un periodo come questo di pandemia da Covid, che inibisce gli spostamenti turistici, gli assembramenti e le visite guidate, ci si attendeva un calo nelle presenze nella prestigiosa sede principesca di Ariccia. Invece è accaduto – e continua ad accadere – esattamente l’opposto: l’affluenza di turisti nel periodo estivo, agosto compreso, è stata straordinariamente elevata e, a conti fatti ancora nel corso della “stagione”, sembrerebbe aver toccato punte da record. Merito della “politica” e della strategia organizzativa del curatore del Palazzo, l’architetto Francesco Petrucci, che ha aperto gli ambienti in passato dei Chigi secondo criteri ben adeguati alle esigenze del momento: accesso anche senza prenotazione; apertura ininterrotta, sette giorni a settimana; cancellazione delle visite guidate e posizionamento sia all’interno del Palazzo che nel Parco di numerosi pannelli esplicativi; attento controllo del rispetto del distanziamento sociale, così da garantire a tutti la tranquillità di una visita da effettuare con comodo, supportata da informazioni esaurienti e da un’immersione totale tra testimonianze storiche, bellezze artistiche, tesori naturalistici.
A soli due mesi dalla riapertura dopo il lockdown sono davvero migliaia i turisti che hanno scelto di raggiungere Ariccia e Palazzo Chigi, provenienti soprattutto dal Nord Italia, e in quota minore ma consistente anche dal Centro e dal Sud. Presupposti che lasciano intravedere una straordinaria affermazione culturale e turistica di questo sito alle porte di Roma, non soltanto nel contesto regionale ma addirittura su scala nazionale.